domenica 28 dicembre 2008

Lo studio diagnostico intensivo della SA e delll'AHF



Tutte le persone affette da SA/AHF dovrebbero essere sottoposte ad uno studio diagnostico intensivo di tipo neuropsicologico/medico, naturalmente adatto all'età e al funzionamento generale dell'individuo. Tutti i bambini ( ma non tutti gli adolescenti e gli adulti) con una di queste diagnosi devono essere sottoposti agli esami seguenti:

1. un testing con WAIS (test d'intelligenza tra i puù usati e meglio validati);

2. un esame diagnostico approfondito dal punto di vista medico, comprendente un esame fisico estremamente accurato (alla ricerca di eventuali segni di disturbi neurocutanei e sindromi associate a particolari fenotipi fisici), una coltura cromosomica e un'analisi del PCR e un esame diagnostico per immagini del cervello.

Lo studio diagnostico intensivo dal punto di vista medico fornisce relativamente pochi risultati specifici: i casi in cui si riscontra una condizione medica associata sono probabilmente meno del 15%. Tuttavi in questi casi di SA/AHF in cui c'è un disturbo medico o una condizione organica sottostante è essenziale saperlo.Di solito non c'è modo di diagnosticare un disturbo di questo tipo senza un esame intensivo.

lunedì 22 dicembre 2008

Fattori sociali

Ciao a tutti!!
Oggi in questo mio post voglio farvi notare se ci sono fattori sociali (ed eventualmente quali sono) che possono far incrementare il rischio della nascita di un bambinio autistico. Ad es , l'autismo può essere legato alla famiglia di origine, ovvero può essere che nelle famiglie di classe sociale più elevata sia più facile che nasca un bimbo autistico? O ancora, l'autismo e l'emigrazione sono in qualche modo legati?? Ecco, proprio di questo mi occuperò quest'oggi.

L'autismo non sembra essere correlato a fattori sociali.
Sebbene non si possa escludere che l'AHF e la SA possano essere associati ad una classe sociale elevata, questo dato non sarebbe più interessante della scoperta che i genitori con un buon funzionamento intellettivo (tendenzialmente di classe sociale elevata) hanno una maggiore probabilità di avere figli hight functioning rispetto a genitori con basso funzionamento intellettivo (di solito di classe sociale inferiore).
Fino ad oggi nessuno studio pubblicato ha identificato disfunzioni sociali/ familiari nell AHF e nella SA.
L'emigrazione da culture geograficamente distanti è stata indicata come un possibile fattore di rischio per lo svipullo dell'autismo, ma fino ad oggi la ricerca non ha rilevato dati in questo senso.
Il fatto che un'alta percentuale di genitori di bambini con AHF e SA possieda caratteristiche connesse all'autismo solleva la questione delle loro "abilità genitoriali".
Non sarebbe irragionevole pensare che la scarsa empatia del genitore possa contribuire allo sviluppo di qualche problema comportamentale /psicologico nel bambino, a prescindere dall'influenza genetica. Dall'altro lato si potrebbe parimenti sostenere che un genitore con problemi simili ma meno pronunciati possa essere maggiormente in grado di capire e fronteggiare alcune difficoltà del bambino potendole percepire come "tratti" o "stile di personalità" anzichè come disturbi.

venerdì 19 dicembre 2008

curiosità...



PREVALENZA:

L'autismo si presenta con una frequenza di 7 - 16 casi su 10.000 bambini nati. L'autismo Hight Functioning ( autismo ad alto funzionamento /AHF), cioè quando il bambino autistico possiede buone capacità cognitive, interessa solo una parte (11/34 %) di tali casi. Così, la prevalenza è probabilmente inferiore a uno su 2000 bambini nella popolazione generale, perlomeno se definita secondo i criteri correnti per il disturbo autistico, o l'autismo infantile, più un QI totale pari o superiore a 65.


RAPPORTI FRA I SESSI:
Il rapporto fra i sessi è sbilanciato sia nell' AHF che nella SA. In una recente rassegna su 16 studi di popolazione sull'autismo che soddisfacevano i rigorosi criteri per l'inclusione in una mata - analisi, sia Wing (1992) che Gillberg (1995) hanno riscontrato che la frequenza maschile non era grande qunto si pensava precedentemente ed era più vicina al rapporto 2 - 3 maschi per ogni femmina che al rapporto, spesso citato, di 4 - 5 maschi per ogni femmina. Tuttavia per quanto riguarda l'AHF, è probabile che esso colpisca molto più i maschi.
Le ragioni per spiegare la diversa frequenza dell'AHF e della SA nei due sessi fanno riferimento a :
Fattori genetici, che spiegherebbero la maggiore frequenza del disturbo nei maschi;
Danno cerebrale (che si osserva più o meno con la stessa frequenza in maschi e femmine) nelle persone cn disabilità grave, che spiegherebbe i rapporti maschio : femmina più bassi in questo sottogruppo;
Differenze negli stili cognitivi e sociali generali di maschi e femmine, che farebbero sì che i primi abbiano forse più spesso delle femmine uno stile caratterizzato da minore empatia e che, in presenza di problemi di questo tipo, siano meno dotati di abilità di "mimetizzazione" sociale.

giovedì 18 dicembre 2008

Distinzione tra Sindrome di Asperger e Autismo


Salve a tutti!!

In questo mio post di oggi vi riporterò alcune indicazioni utili a differenziare la Sindrome di Asperger dall'autismo vero che potrebbe essere confuso con essa.


Dato che sia l'autismo sia la SA sono DGS, ne consegue che i due disturbi dovrebbero condividere molti aspetti clinici. Questi comportamenti rientrano nelle categorie delle menomazioni dell'interazione sociale reciproca, delle compromissioni della comunicazione verbale e non verbale, e delle attività stereotipate e ripetitive. Stando alle prove di cui disponiamo, tuttavia, nonostante queste analogie, esistono varie caratteristiche che differenziano i bambini con SA da quelli con autismo.

E' ormai riconosciuto che i bambini con autismo a livello di funzionamento inferiore differiscono da quelli hight-functioning per alcune caratteristiche cliniche. Poichè i bambini con SA per definizione hanno uno sviluppo cognitivo "normale", il punto cruciale è distinguerli da quelli con autismo a livello di funzionamento superiore. Una rassegna degli studi pubblicati fino al 1992 indicò che i bambini con SA sono più spesso verbali, presentano meno frequentamente ecolalia differita e inversione pronominale, manifestano meno segni di menomazioni nell'interazione sociale reciproca ma hanno più spesso ossessioni bizzarre.

mercoledì 17 dicembre 2008

...La sindrome di Asperger



Ciao a tutti!!


Oggi in questo mio nuovo post vi fornirò una definizione attenta e specifica (tratta da un libro che ho letto, che si intitola "L'amico Speciale"), della sindrome di Asperger in modo che sia utile ad un educatore per l'eventuale "diagnosi".

"La sindrome di Asperger /SA è una costellazione di comportamenti caratterizzata da interazioni cosiali inconsuete, diffficoltà di comunicazione verbale e non verbale e forte interesse per argomenti molto circoscritti. Tale condizione viene attualmente classificata come disturbo generalizzato dello sviluppo /DGS e condivide con altri DGS menomazioni nell'interazione sociale reciproca, menomazioni qualitative della comunicazione e un quadro di attività ripetitive e stereotipate. il disturbo è "generalizato in quanto le difficoltà si estendono a tutti gli apsetti della vita del bambino; è inoltre una disabilità evolutiva con un esordio precoce ed un pattern sintomatologico che cambia con la maturazione".



(tratto da "L'Amico Speciale", di Carlo Hanau, Peccioli (PI)2006).




martedì 16 dicembre 2008

La sindrome di asperger è un'entità specifica?


La principale ragione per considerare una condizione come specifica si ha quando la causa originale è nota e differente da quella di altre condizioni. A tutt'oggi non è questo il caso della sindrome di Asperger, poichè la causa è sconosciuta. Esistono molte prove cliniche di fattori ereditari, ma anche della sua associazione, all'interno delle famiglie, con altri disturbi.
Sono state riscontrate associazioni fra molti tipi diversi di condizioni genetiche, metaboliche e infettive specifiche e i disturbi dello spettro autistico, compresa la sindrome di Asperger. Benchè il grado di associazione vari da lieve a forte, nessuna condizione porta invariabilmente ad un disturbo autistico e nessuna associata ad un sottogruppo dello spettro autistico.
Una seconda possibilità è che la sindrome possieda un tipo di neuropatologia specifico. Le basi neurologiche della sindrome di Asperger sono oggetto di studio.
Terzo, la presenza di un pattern di disfunzione psicologica costante e definito giustificherebbe il fatto di considerare il gruppo di tratti descritto da Asperger come una sindrome specifica. I risultati delle misurazioni psicologiche sono variabili. Il dato che emerge più comunemente è che i punteggi verbali sono più elevati dei punteggi di performance e che alcuni dati vanno persi a causa dell'incapacità di lavorare sugli item a tempo.
Infine, la sindrome può essere considerata un'entità a sè stante in presenza di una risposta specifica a un certo metodo di intervento. Fino a oggi nessun farmaco si è dimostrato efficace nel trattare le menomazioni sociali e comunicative alla base dell'autismo. certi farmaci aiutano a volte ad alleviare certi sintomi associati, come l'ansia, la depressione o a ridurre comportamenti problematici come quello di tipo aggressivo, ma in tutti i casi dano un effetto variabile. dall'altro lato, gli approcci educativi efficaci sono quelli che si basano su programmi strutturati, organizzati e prevedibili che danno ampio spazio alla presentazione di informazioni e di istruzioni con modalità concrete e visive. I contenuti del programma variano in funzione non alla sindrome ma dalla capacità intellettiva e dalla gravità della menomazione sociale degli individui interessati.

lunedì 15 dicembre 2008

La classificazione della sindrome dell'autismo.


Ciao a tutti.
Oggi mi occuperò di spiegare il rapporto tra la sindrome dell'autismo e ltri tipi di disturbi di personalità.
Il dibattito sullo status della sindrome dell'autismo come entità separata è ancora in corso.
E' compresa nella categoria generale dei "disturbi generalizzati dello sviluppo". I criteri richiedono uno sviluppo compatibile fino ai tre anni di età, con quello normale per quanto riguarda il linguaggio, le abilità di cura di sè, il comportamento adattativo e la curiosità per l'ambiente. Gli altri criteri sono la presenza di interessi circoscritti e pattern di attività ripetitivi e stereotipati.
Questa definizione si è allontanata dalla definizione di Asperger, che richiamava l'attenzione sul particolare stile di comunicazione e interazione sociale. Inoltre, egli non descrisse uno sviluppo inizialmente normale delle abilità diverse dall'eloquio; nel suo primo lavoro affermava infatti che "dal secondo anno di vita troviamo già le manifestazioni caratteristiche, rilevando tuttavia che i genitori di solito non riconoscono i problremi se non più tardi". Asperger scrisse anche che la sua sindrome poteva presentarsi "nei meno capaci, anche in bambini con ritardo mentale grave".
Lìespressione "personalità schizoide" compare nella sezione "Disturbi della personalità" del DSM-IV e nella sezione "disturbi del comportamento e della personalità degli adulti" dell'ICD - 10. In nessuno dei due sistemi classificatori viene menzionato il disturbo di personalità schizoide dell'infanzia. le definizioni del disturbo negli adulti consistono in una serie di desrizioni di tratti manifesti: distacco emozionale, conseguente preferenza per attività solitarie, tendenza a non ricavare piacere dalle attività, interesse eccessivo per le fantasie e l'introspezione, assenza di amicizie intime e marcata indifferenza per le norme e le convenzioni sociali. Non si fa invece riferimento al corso dello sviluppo infantile.
Benchè questi sitemi internazionali di classificazione abbiano conferito ufficialità all'esistenza della sindrome di Asperger, sono di scarsa utilità per la soluzione dei problemi relativi alla sovrapposizione con l'autismo e la condizione dei bambini "schizoidi" di Wolff.

domenica 14 dicembre 2008

...un po' di storia


Ciao a tutti!!
Oggi, in questo mio post, vorrei parlarvi di come si è arrivati a scoprire e ad identificare la sindrome dell'autismo.
I tentativi di identificare delle sindromi fra i disturbi dello sviluppo psicologico possono basarsi sul comportamento manifesto, sulle teorie di sviluppo, sulle funzioni psicologiche o su una combinazione di questi vari aspetti. Per questo le medesime condizioni possono essere definite in base a criteri di tipo diverso da operatori diversi, e non essere ricinosciute come le stesse.
L'Autismo (per molti aspetti simile alla sindrome di Asperger) venne ricosciuto e descritto nell'opera dello stesso Asperger nel 1944.
Asperger era un pediatra austriaco specializzatosi in pedagogia correttiva. Pubblicò il suo primo lavoro sulla sindrome che poi da lui prese il nome nel 1944 in una rivista tedesca di psichiatria e neurologia. Scelse di chiamare tale sindrome "PSICOPATIA AUTISTICA", utilizzando il termine "psicopatia" per indicare un'anormalità della persona.
Asperger delineò il quadro clinico, descrisse dettagliatamente alcune storie di casi ed espose le sue idee riguardo alla natura di questo insolito pattern di comportamento. Descrisse molti aspetti del comportamento dei bambini affetti dalla sindrome da lui scoperta ma non fornì un elenco di criteri diagnostici fondamentali.
Inoltre, Asperger fece spesso riferimento al gioco stereotipato, a strane risposte agli stimoli sensoriali, al fascino per gli oggetti rotanti, ai movimenti corporei stereotipati, ai comportamenti aggressivi, alla distruttività, all'irrequietezza. Asperger ricapitolò i problemi di questi bambini nell'ipotesi che non assimilassero le routine automatiche della vita quotidiana (come le abilità motorie, le abilità scolastiche di base e le convenzioni sociali) ma seguissero i loro interessi spontanei senza curarsi di alcuna limitazione proveniente dall'ambiente. Sottolineò che questi tratti erano destinati a durare per tutta la vita, anche se gli individui più abili erano destinati ad avere successo da adulti- a volte anche molto- trovando una nicchia in cui potevano usare i loro interessispeciale ed i talenti ad essi associati. Evidenziò inoltre che in genere i genitori non notavano alcuna anormalità nei figli fino all'età di tre anni e in qualche caso finchè il bambino non cominciava la scuola.
Vediamo dunque come gli studi di Asperger fossero molto centrati, precisi e azzeccati. La descrizione del pediatra è assai riconducibile al comportamento di un qualsiasi soggetto autistico.

giovedì 11 dicembre 2008

La teoria della mente

Salve a tutti!!!
Eccomi di nuovo qui!
Nei miei post precedenti accennavo alla "Teoria della mente"; oggi, in questo mio post, vi spiegherò meglio di cosa si tratta.

La neurospicologia cognitiva cerca di formulare ipotesi sulla mente partendo dai deficit esibiti dai pazienti. L'autismo è una patologia che può risultare illuminante dal punto di vista della neuropsicologia cognitiva, specialmente per quanto riguarda i meccanismi che governano la cosiddetta "Teoria della mente".
Attraverso un esempio, provvederò a spiegare meglio cosa essa sia.
Talvolta, quando uno sconosciuto bussa alla nostra porta, guardando dallo spioncino spesso riconosciamo, grazie alla borsa che porta, o ai suoi vestiti, che si tratta di un venditore ambulante. Questo signore userà probabilmente tutta una serie di metefore per convincerci ad acquistare i prodotti che vende. Dal canto nostro, noi non faremo altro che inferire, in maniera del tutto automatico, che cosa stia nella sua mente per comprendere quale sia il suo obiettivo.
Ciò che è stato appena descritto èspiega a che cosa si riferisce la capacità di possedere meccanismi adeguati allo sviluppo di una "Teoria della mente" ed è proprio l'andamento di tali processi che sottendono la capacità di "leggere" le intenzioni altrui.
La presenza di un deficit all'interno di tali processi possa riflettersi sulla produzione linguistica, in particolare sull'utilizzo delle metafore.

Sperando di essere stata abbastanza chiara, vi saluto e vi invito a visitare il mio blog!!

A presto!