giovedì 19 febbraio 2009

I simboli e i disegni all'interno di una CCF


I simboli e i disegni, in una CCF, devono essere semplici e rappresentativi. Per rappresentare le persone si usano figure umane stilizzate e per indicare edifici e oggetti si usano pochi tratti esenziali.
Vanno evitati i disegni che contengono particolari estranei o che per la loro esecuzione richiedono una quantità di tempo tale che il particolare artistico va a discapito del fine ultimo della conversazione. Questi disegni non vanno colorati affinchè non si crei confusione con l'uso dei colori per la rappresentazione degli stati d'animo.
L'allievo può essere incoraggiato ad aggiungere particolari identificativi al disegno, che danno maggiore pregananza agli elementi figurativi inseriti. Queste "personalizzazioni" possono dare maggiore significato ad una conversazione ma vanno utilizzate solo nella misura in cui non richiedono una quantità di tempo tale da rallentare il flusso del dialogo.
Le caratteristiche distintive scelte dall'allievo sono spesso diverse da quelle che avrebbe scelto un genitore/insegnante, che in questo caso potrebbe avere qualche difficoltà a seguire una CCF. Per ridurre la confusione al minimo, l'allievo e il genitore/insegnante possono mettere a punto un dizionario dei simboli personali, un insieme coerente di simboli individualizzati da utilizzare come sistema di riferimento durante ogni CCF, tenendo presente che il dizionario dei simboli personali di ogni allievo si espande continuamente.

venerdì 6 febbraio 2009

Le conversazioni con fumetti.

Ciao a tutti!!!
Nei miei precedenti post vi accennavo alle storie sociali come possibile metodo curativo di SA/AHF. Oggi in questo mio post vi parlerò di un altro possibile metodo curativo: le conversazioni con fumetti.

Una conversazione con fumetti/CCF utilizza semplici disegni, simboli, colori per illustrare concetti astratti, idee e particolari rilevanti all'interno di conversazioni selezionate. benchè simile a qualsiasi conversazione in cui si scambiano idee sul passato, sul presente e sul futuro, questo metodo presenta alcune caratteristiche che lo rendono unico. Genitori e insegnanti se ne servono per chiarire informazioni importanti per l'allievo con SA/AHF. le conversazioni sono utili quando si rileva che una certa situazione è fonte di difficoltà, quando occorre chiarire il comportamento di altre persone o prepararsi ad una situazione nuova. Il contenuto di una conversazione viene simultaneamente esplicato attraverso doamnde attentamente selezionate che aiutano l'allievo a condividere certe informazioni. Ciascuna CCF indica sistematicamente ciò che le altre persone fanno, dicono e pensano. Inoltre, l'uso del colore evidenzia le motivazioni che dettano azioni e affermazioni esplicitando gli aspetti "invisibili" della comunicazione. In questo modo le CCF conferiscono prevedibilità ed organizzazione ad una interazione.

martedì 3 febbraio 2009

Solitudine e isolamento non sono la stessa cosa!!

Nel libro "Malinconia", scritto da Eugenio Borgna, che affronta appunto il tema dell'autismo, si possono leggere le seguenti affermazioni:



"...L'autismo come metafora della solitudine e come sua espressione inconfondibile: non c'è autismo che non sia percorso da questa inostenibile solitudine.

...La realtà umana e clinica dell'autismo oscilla vertiginosamente dalla solitudine come situazione esistenziale, all'isolamento come situazione psicopatologica."
("Malinconia", di E. Borgna, 2002, feltrinelli Editore, IIedizione).



Io non sono molto d'accordo con quanto espresso dallo scrittore.

Innanzitutto solitudine e isolamento son due concettoi ben diversi tra loro. La solitudine è un'esperienza di una rinuncia, si cerca qualcosa; mentre l'isolamento è esperienza di una perdita, l'isolamento si subisce. Esso ha sempre a che fare con l'estranizaione dell'uomo nel mondo e col mondo umano in generale.

L'autismo sfiora il tema della solitudine ma tocca il tema arido dell'isolamento.